19 Marzo 2025
Professionisti - Scuole
Sono sempre più numerosi gli studi che considerano la meraviglia un potente motore dell’apprendimento.
Richard Morris, professore del Centro scozzese di sistemi cognitivi e neurali afferma che:
“La meraviglia e lo stupore sono in grado di creare un alone migliore nei processi di memoria e permettono quindi la creazione di un ricordo, a differenza degli eventi banali e monotoni che invece tendono a essere dimenticati”.
Secondo alcuni studi, la meraviglia sembra sorgere nel punto in cui un modello sensoriale nuovo irrompe nell’attività ondulatoria stabilita e la disorganizza, producendo modelli locali specifici, che, se sono sufficientemente in conflitto con i modelli esistenti suscitano attenzione e preparano all’azione, spesso attraverso il pensiero creativo, divergente e scientifico.
Per questo e sempre di più, c’è un’intensa ricerca di noi educatori ed una proposta sempre più ampia di esperienze straordinarie sia sotto il punto di vista estetico che organizzativo da offrire ai bambini e alle bambine, con l’intento di garantire e assicurare questa condizione di meraviglia.
Purtroppo però, nella maggior parte delle esperienze proposte, il vero significato di meraviglia viene spesso confuso, banalizzato, distorto, andando a rendere i bambini e le bambine spettatori passivi di fronte a qualcosa di “straordinario” anziché lasciargli la possibilità di essere protagonisti attivi nella meraviglia dell’ordinario.
Forse è importante provare a fare un passo indietro e chiedersi... cos’è la meraviglia?
Questa domanda, così come molte domande che spesso ci poniamo, e’ una domanda troppo ampia per riuscire a trovare una risposta semplice.
Ho trovato estremamente affascinante, provare a ricercare una possibile risposta partendo dal significato antico del termine, attraversando il pensiero filosofico e degli studi antichi.
Aristotele dichiara che “tutti gli uomini per natura tendono al sapere.
Aristotele, Metafisica I
Tanto Aristotele, quanto Platone, i due massimi filosofi greci ,riconoscono che il desiderio di sapere nasce dalla meraviglia che si prova di fronte al darsi delle cose del mondo.
In greco antico la parola meraviglia, “provare meraviglia” si traduce con Thaumazein.
Il verbo greco Thamot (meravigliarsi), viene reso in latino con il verbo Admirari e quindi la meraviglia viene spesso confusa con l’ammirazione.
L’ammirazione però è un sentimento di tipo estetico, che si prova quando si è di fronte a qualcosa di affascinante e ammirevole ma che non ha nulla a che vedere con la meraviglia.
La meraviglia di cui parlavo Platone e Aristote non è affatto estetica; e’ un atteggiamento puramente teoretico e cognitivo, e’ un desiderio di sapere, di conoscere, di ricercare le cause di ciò che abbiamo di fronte.
La meraviglia e’ la consapevolezza della propria ignoranza e il desiderio di superarla, cioè di imparare, conoscere, scoprire.
La meraviglia, pertanto, non è una risposta, ma un’attivazione di domande, una ricerca di spiegazioni e nasce dall’osservazione e dall’esperienza.
Provare meraviglia, significa quindi, iniziare a porsi delle domande e provare a cercare soluzioni.
Questo atteggiamento e’ l’atteggiamento non solo del filosofo, ma è l’atteggiamento caratteristico dello scienziato, che esplora ciò che lo circonda, si pone problemi, stabilisce degli obbiettivi, formula ipotesi, si pone domande, costantemente.
Questo attteggiamento e’ anche l’atteggiamento caratteristico dei bambini e delle bambine, che sono ancora in grado di vedere le cose ordinarie sotto una nuova luce, meravigliandosi!
I bambini e le bambine riescono ancora a “guardare il mondo con occhi greci”, ossia formulando domande e cercando delle risposte.
Noi adulti siamo abituati ad avere sempre scopi ben precisi, destinazioni prefissate, tempi calcolati, guardiamo solo ciò che è utile ai nostri obbiettivi e abbiamo bisogno di straordinarietà per portare il nostro sguardo fuori dai nostri confini.
Le bambine e i bambini invece, sanno ancora guardare ciò che li circonda in modo curioso e rinnovato, sanno ancora meravigliarsi nell’ordinarieta’ coltivandone le domande che suscita.
La meraviglia nasce nel momento in cui iniziamo a porci delle domande e a cercare delle risposte.
La meraviglia e’ curiosità, e’ voglia di sapere.
E sono proprio la curiosità è la voglia di sapere che guidano la scienza e tutto ciò che fa fare passi avanti.
“E’ per meraviglia che gli uomini ora cominciano e originariamente cominciarono a filosofare; interrogandosi in primo luogo su ovvie perplessità, e poi per graduale progressione sollevando interrogativi anche su questioni più grandi, ad esempio sui cambiamenti della luna e del sole, sulle stelle e sull’origine dell’universo.
Ora chi si meraviglia ed è perplesso si sente ignorante; se dunque e’ per sfuggire all’ignoranza che gli uomini hanno studiatola filosofia, è ovvio che hanno perseguito la scienza per amore della conoscenza, e in per alcuna utilità pratica.”
Aristotele, Metafisica
Forse, quando progettiamo delle esperienze per le bambine e i bambini sarebbe importante provare a tenere in considerazione il significato più profondo di meraviglia, facendo un esercizio di semplicità, restituendo alle bambine e ai bambini la possibilità di vivere il loro tempo da protagonisti in modo libero e spontaneo.
Facendo un passo indietro, come dico spesso, per dare la possibilità alle bambine e ai bambini di fare passi avanti!
-Berti E., In principio era la meraviglia
-Goodwin, Meraviglia nell’insegnamento e nell’apprendimento delle scienze: un aggiornamento.
Se sei curioso di sapere cosa posso fare per te e come i gruppi di supporto pedagogico possono essere di aiuto, non esitare a contattarmi per ulteriori informazioni e per iniziare questo percorso di crescita.
Vi anticipo che negli incontri di confronto e riflessione in partenza da settembre ci saranno tre incontri dedicati a questo.
Ilenia