16 Marzo 2025
Genitori - Professionisti
L’ ALTA SENSIBILITÀ (High Sensitivity) è un tratto di personalità dimostrato dalla fine degli anni ’90 dalla dott.ssa Aron in California e approfondito in ambito genetico, neuroscientifico ed evoluzionistico, e rappresenta una variabilità nei meccanismi di sopravvivenza in ogni specie animale. [Elena Lupo]
Ha una componente genetica ed ereditaria e si manifesta sin da bambini e da bambine. Sin dalla nascita.
Le Persone Altamente Sensibili sentono profondamente e percepiscono il mondo e i suoi stimoli in modo più amplificato e costituiscono il 20% – 30% della popolazione, cioè circa una persona su quattro.
Spesso i neonati così come i bambini e le bambine altamente sensibili sono quelli che piangono “troppo”, “troppo capricciosi”, “troppo emotivi”, “troppo esuberanti”, “troppo permalosi”, “oppositivi”, “troppo polemici”, “troppo chiusi”, “Esagerati”, troppo”…
E’ proprio questo “troppo” che ci permette di dedurre l’alta sensibilità, non esistendo una vera e propria diagnosi.
Spesso le bambine e i bambini altamente sensibili, fin dalla primissima infanzia crescono accompagnati dall’idea di essere sbagliati.
E’ molto importante, invece, che gli adulti che si prendono cura delle bambine e dei bambini riflettano costantemente e in modo consapevole che determinati comportamenti non sono frutto di scelte ma di specifiche fisiologie sulle quali non è possibile intervenire se non con amore, comprensione, empatia e sostegno.
Sono bambini e bambine molto riflessivi, lenti a reagire proprio perché prima di agire riflettono, molto sensibili ai minimi cambiamenti ambientali, che riescono a percepire le tensioni e le energie all’interno dell’ambiente, che possono essere infastiditi da suoni, odori, colori, temperature spesso indifferenti se non impercettibili per le persone non altamente sensibili.
Si tratta di un meccanismo di sopravvivenza.
Sono bambini e bambine creativi, dotati, empatici, mistici, molto intuitivi e spirituali. Sono bambini e bambine capaci di grandi atti di gentilezza e tenerezza.
E’ indispensabile quindi valorizzare le loro caratteristiche, anche quelle più “sensibili” per evitare che crescendo sviluppino problemi legati ad una bassa autostima, ansia o disagi.
L’alta sensibilità non è una patologia, non è una forma di disabilità e non esprime un bisogno educativo speciale.
Tuttavia le bambine e i bambini altamente sensibili hanno bisogno che la loro sensibilità venga accolta e che le persone che li accompagnano nella loro crescita si occupino di creare per loro e insieme a loro le condizioni migliori e più accoglienti possibile.
L’ambiente infatti, nella prima infanzia, gioca un ruolo importante con implicazioni significative per il futuro.
Cosa possiamo fare noi educatori quindi?
Nel mio nido in famiglia io cerco di offrire un ambiente calmo, ordinato e organizzato che consenta a tutti i bambini e a tutte le bambine una gestione sia a livello sensoriale che pratico.
Ho cambiato i faretti dell’illuminazione per evitare una sovrastimolazione dovuta dalla luce.
Ho ridotto il colore per evitare una stimolazione visiva e sto molto attenta agli odori anche dei detergenti e dei sanificanti.
Rimango sempre in ascolto e accompagno con le parole emozioni e sentimenti anche quando le parole non sono ancora arrivate, anche quando questo toglie tempo e parole ad altre esperienze.
Mi muovo e mi relaziono con delicatezza, evito movimenti troppo bruschi, tengo un tono della voce il meno alto possibile.
Cerco di verbalizzare ogni cambiamento ed evito cambiamenti repentini, frenetici o caotici.
Durante i pasti mi fido molto dell’istinto delle bambine e dei bambini e mi rendo complice nel pieno rispetto delle loro sensazioni.
Mi scaldo le mani prima di ogni cambio, e scaldo anche le salviette umide se mi capita di doverle usare.
Sto attenta a ciò che può infastidirli e infastidirle fisicamente.
Sono sempre pronta al cambiamento se osservo che qualcosa non funziona in modo adeguato.
Faccio in modo che sia l’ambiente ad adattarsi alle bambine e ai bambini e non il contrario per evitare che compiano lo sforzo enorme di adattamento.
Evito ogni discriminazione di genere sulla sensibilità e sulle reazioni emotive.
Creo situazioni di riposo e spazi di ripresa a qualsiasi ora, non solo quando previsto.
Sto attenta e cerco di offrire il massimo confort che non va solo a vantaggio loro ma di tutte le bambine e i bambini.
Sono in continua autoformazione e formazione personale.
Qualcuno penserà che in questo modo le bambine e i bambini non si adatteranno mai alla società.
Potrebbe essere!
Siamo consapevoli infatti l’adattamento sociale per una persona altamente sensibile non è facile.
Lo dico da persona altamente sensibile in fatica costante e quotidiana, ma anche in estrema consapevolezza di avere ricevuto un dono prezioso.
Gli studi continuano a dimostrare quanto l’educazione possa fare la differenza, quanto l’accettazione, l’accoglienza e la libertà di espressione e pensiero siano indispensabili per crescere consapevoli del proprio valore e della propria ricchezza personale, quanto la conoscenza e la ricontestualizzazione degli stati d’animo e delle emozioni possa sviluppare stima di sé e fiducia, di quanto avere qualcuno che “tollera” aiuti a “tollerare”, quanto il dialogare con l’alta sensibilità sia indispensabile per crescere adulti assertivi.
A volte basta davvero poco. Che poco non è.
A volte basta quel poco che per qualcuno può essere il tutto.
A partire anche da una sola salvietta umida scaldata tra le mani!
Lascio alcuni articoli scritti da Iaccarino Silvia e una piccola bibliografia per iniziare:
-Pedagogia ed alta sensibilità M. Stramaglia
-Il cervello altamente sensibile Bianca Acevedo
-Persone altamente sensibili Elaine Aron
-Le persone sensibili hanno una marcia in più Rolf Sellin
-Il tesoro dei bambini sensibili Elena Lupo
Se sei curioso di sapere cosa posso fare per te e come i gruppi di supporto pedagogico possono essere di aiuto, non esitare a contattarmi per ulteriori informazioni e per iniziare questo percorso di crescita.
Vi anticipo che negli incontri di confronto e riflessione in partenza da settembre ci saranno tre incontri dedicati a questo.
Ilenia