CREATIVITA’, PENSIERO LATERALE E PENSIERO DIVERGENTE

19 Marzo 2025 Professionisti - Scuole

Sempre più spesso mi capita di osservare contesti educativi, setting o proposte esperienziali preparate dall’adulto con l’obbiettivo e l’intento di stimolare la creatività delle bambine e dei bambini e il loro pensiero divergente.

Proposte che, per quanto originali, ricche e “stimolanti” rimangono però confinate in un pensiero convergente adulto influenzato da fattori sociali educativi ed organizzativi soprattutto per quanto riguarda le regole, le modalità di azione, gli spazi, i tempi e la logica.

Un pensiero divergente ma coltivato con coscienza e nei limiti del “buon senso”. Che contrasto!

Mi sono chiesta se come adulti siamo davvero consapevoli di cosa significa veramente essere creativi e attivare il pensiero laterale e il pensiero divergente. (Che pur essendo strettamente connessi non sono sinonimi.)

Ho provato a riflettere e fare un po’ di ricerca a proposito costruendomi delle mappe che hanno attraversato non solo il campo della pedagogia ma anche della psicologia, della filosofia, delle neuroscienze e di tutte quelle nuove discipline etiche e pratiche che stanno continuando a studiare il concetto di creatività e di pensiero laterale e divergente e, con la consapevolezza che in un post non è possibile essere esaustivi, provando ad affiancarle alla mia quotidianità con le bambine e i bambini proverò a dire quale secondo me potrebbe essere un buon contesto educativo per coltivare la creatività il pensiero laterale e divergente.

Mi piace partire dalle parole di Einstein che ha definito la creatività come “l’intelligenza che si diverte”.

Sembra quasi una provocazione affiancare queste parole ai contesti educativi tradizionali e ancora molto diffusi dove divertimento e svago viaggiano su un binario diverso da quello dell’apprendimento.

Per apprendere ed imparare, infatti, per la maggior parte degli adulti c’è bisogno di serietà, staticità, concentrazione, metodo, disciplina, regole e logica.

In questo modo però la creatività non viene favorita e coltivata, ma bloccata e spenta, nonostante i progetti e i buoni propositi dell’adulto.

Gli studi avanzati dimostrano che è necessario cambiare prospettiva e abbandonare un po’ la strada della razionalità per addentrarsi sempre di più in una prospettiva emozionale e di “incoscienza educata” prendendo a prestito le parole del Dott. Nardone.

Già in passato molte figure che si sono occupate di educazione e pedagogia esponevano questo pensiero, mi piace riportare le parole di John Dewey secondo il quale la creatività e’educabile, e contesti formativi nei quali sia prevista e promossa la divergenza, intesa anche solo come possibilità/necessità di non adeguarsi a comportamenti standardizzati e univoci, sono capaci di allenare e rinforzare atteggiamenti e comportamenti creativi.

Come educatrice mi sono chiesta se sono davvero sicura di quale sia il significato delle parole creatività, pensiero laterale e pensiero divergente.

E’ stato necessario quindi provare ad approfondire questi concetti e, siccome mi piace cercare di utilizzare sempre nuovi punti di vista, anziché dirvi di cosa si tratta vi dirò di cosa non si tratta definendo i loro contrari.

Creatività, pensiero laterale e divergente sono infatti concetti che si associano all’apertura di pensiero e azione alla rottura degli schemi esistenti e per questo trovo interessante dare ad ognuno di voi non una definizione ma un punto di partenza per ampliare e aprire le vostre ricerche trovando nuove parole, nuove idee nuove soluzioni e perché no… poterci poi confrontare.

Cosa non è la creatività? La creatività non è arte come siamo abituati a pensare o meglio non è solo arte, non è qualcosa che può essere pilotato o indirizzato, non può essere confinata in un tempo e in uno spazio, non è un dono che ci viene dato alla nascita, non è giudicabile, non sempre è facile riconoscerla.

Cosa non è il pensiero laterale? E’ il pensiero verticale cioè, secondo la definizione di E. Bono, è quel pensiero caratterizzato da un approccio lineare alla risoluzione dei problemi, dove ogni passaggio segue logica e direttamente il precedente, confinando il pensiero entro i limiti di strutture e assunzioni preesistenti.

Cosa non è il pensiero divergente? E’ il pensiero convergente che secondo la definizione di Guilford, e’ la capacità di dare la risposta corretta a una domanda ordinando logicamente le informazioni disponibili.

Dove vi riportano queste parole? A me a pensarci vengono un po’ i brividi.

Detto ciò, quale potrebbe essere pertanto un ambiente in grado di coltivare creatività e pensiero laterale e divergente e quale dovrebbe essere il ruolo l’adulto che accompagna e sostiene le bambine e i bambini in questo processo?

Provo a lasciare alcune parole chiave che riguardano soprattutto l’adulto perché siamo consapevoli che le bambine e i bambini, se non vengono “disturbati” agiscono e si muovono con naturalezza, spontaneità e in modo istintivo, con “complessa semplicita’” fuori dagli schemi e dalle logiche adulte in modo quindi creativo e divergente, almeno fino a quando qualcosa o qualcuno non glielo impedisce.

-Libertà di scelta di spazi, tempi, materiale, modalità

-Accettazione e accoglienza delle diversità e delle differenze

-Favorire sempre il gioco spontaneo in favore di qualsiasi altra esperienza strutturata

-Protezione

-Rispetto dell’individualità

-Rispetto delle idee e delle azioni

-Osservazione e riflessione prima di un intervento

-Contesto “protetto” in cui potersi muovere e agire in modo autonomo e libero

-Ascolto

-Confronto

-Sostegno senza interferenze

-Complicità

-Stupore

-Voglia di mettersi sempre in esplorazione e ricerca

-Accettazione del fallimento e dei cambi di rotta

-Umiltà

-Capacità di riconoscere i propri errori e farne un trampolino di lancio

-Accettazione dei propri limiti, accoglienza degli stessi

-Disponibilta al cambiamento

-Sguardo sul bambino e sulla bambina

-Gentilezza

-Posizione di orizzontalità e mai di verticalità

-Curiosità

-Impertinenza

-Incoscienza educata

-Divertimento

-Cura

-Anticonformismo

-Coraggio, moltissimo

-Giocare con i punti di vista

-Lavoro di squadra, dove le bambine e i bambini fanno parte della squadra

-Allenaza educativa

-…

Sono ancora tante le domande e le riflessioni che abitano la mia testa a proposito di creatività, però iniziano anche ad esserci delle certezze.

Se il pensiero creativo viene coltivato, sostenuto, allenato e utilizzato cresce e aumenta, rendendoci persone che nella vita sapranno un po’ sempre come trovare una soluzione per cavarsela.

Se il pensiero creativo non viene coltivato, sostenuto, allenato e utilizzato si atrofizza.

Mi auguro quindi davvero che ognuna ed ognuno di noi come adulti che affiancano e accompagnano i bambini e le bambine nella loro crescita provino ad aprirsi verso l’inesplorato e ad accogliere sempre di più le bambine e i bambini nel loro essere, che alla fine è proprio da lì che dobbiamo ripartire e imparare se vogliamo crescere come professionisti!

Se sei curioso di sapere cosa posso fare per te e come i gruppi di supporto pedagogico possono essere di aiuto, non esitare a contattarmi per ulteriori informazioni e per iniziare questo percorso di crescita.